Il controllo degli strumenti aziendali da parte del datore di lavoro




Il controllo degli strumenti aziendali da parte del datore di lavoro è una questione delicata

Questo articolo esplorerà il ruolo dell’investigatore privato in relazione all’argomento, tenendo in considerazione le implicazioni legali e di privacy che tale attività comporta.

Nel contesto del diritto, il datore di lavoro può controllare gli strumenti aziendali assegnati ai dipendenti solo per “esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e per la tutela del patrimonio aziendale” (art. 4 Statuto dei Lavoratori).

Si definiscono “strumenti di lavoro aziendali” i dispositivi e più in generale gli strumenti, forniti da un’azienda al proprio lavoratore, per consentirgli di svolgere adeguatamente le mansioni assegnate.

Sono ritenute legittime, quelle attività di controllo sul singolo dipendente, quando vi è un ragionevole sospetto riguardo un possibile comportamento illecito, come ad esempio l’accesso non autorizzato a sistemi informatici, detenzione o download di materiale inappropriato o divulgazione di informazioni riservate, l’accesso a siti pedopornografici, l’invio di mail a contenuto intimidatorio, ogni comportamento sanzionato dal D.lgs. 231/2001 (responsabilità amministrativa dell’Ente), ecc...

Vi sono, tuttavia, alcuni limiti che devono essere rispettati dal datore di lavoro, che attua tali controlli:

  • la ricerca deve essere mirata a verificare comportamenti illeciti da parte del singolo individuo;
  • vi deve essere un fondato sospetto relativo a un comportamento illecito e il controllo va effettuato esclusivamente ex post, non potendo essere effettuato a scopo preventivo;
  • il controllo deve avere una durata limitata e i dati acquisiti devono essere conservati solo il tempo necessario, senza essere diffusi in alcun modo;
  • deve esserci un equilibrio tra tutela aziendale e il rispetto della dignità e della privacy del lavoratore. È fondamentale che il dipendente sia informato ex ante della facoltà del datore di lavoro di attuare un controllo sugli strumenti forniti, attraverso la redazione di un disciplinare, che deve essere firmato e conosciuto dal dipendente sin dall’assegnazione degli strumenti.
Il datore di lavoro può avvalersi della figura di un investigatore privato, ossia di un professionista adeguatamente formato, nel pieno rispetto della legge e della privacy del dipendente affinché questi effettui un’attività di informatica forense cd digital forensics, nel rispetto delle best practices internazionali, che prevede:
  • la duplicazione dei dati mediante copia forense;
  • l’analisi dei dati d'interesse per la ricerca di elementi e prove, relative all’illecito eventualmente commesso dal dipendente;
  • la redazione della relazione investigativa riproducibile in giudizio.

L’attività di digital forensics richiede competenze e conoscenze specifiche che consentono di operare in modo corretto, garantendo l’autenticità di quanto raccolto e analizzato e il pieno rispetto delle leggi e della privacy dei dipendenti.


L’Istituto di Investigazioni Private ARGO IS, avvalendosi di specialisti in digital forensics, mette a disposizione delle Imprese, la propria professionalità e conoscenza nell’ambito delle indagini informatiche.



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