Indagini per finta malattia del dipendente




Nell’Ambito delle Indagini Aziendali, per le quali l’istituto investigativo ARGO IS detiene la licenza rilasciata dalla Prefettura di Brescia, una delle tipologie d’indagine che spesso viene richiesta è quella relativa ai permessi per malattia, di sovente utilizzati in modo non conferme alla normativa.

La gestione del personale è uno dei fattori determinanti per lo sviluppo e l’organizzazione della produttività di un'azienda.
In questa categoria organizzativa, solitamente riconducibile all'Ufficio del Personale, rientra senz’altro la gestione dei dipendenti in malattia.


È certamente un diritto del lavoratore potersi assentare dal lavoro quando malato o infortunato. Per poter usufruire del permesso retribuito dovuto a malattia o infortunio è necessario che il dipendente produca all’azienda un certificato medico tale da comprovare il reale stato di impossibilità a prestare l'attività lavorativa.
«Da qualche anno, i certificati di malattia sono consultabili e scaricabili online attraverso il portale web www.inps.it.
In caso di malattia, infatti, il lavoratore non è più tenuto a consegnare una copia dell’attestato di malattia al datore di lavoro, ma deve semplicemente contattare il proprio medico e comunicare al datore di lavoro la propria assenza e un indirizzo per la sua reperibilità.
Spetta al medico compilare il certificato telematico per conto del lavoratore che, tramite un apposito sistema, viene inoltrato all’Inps. L’Istituto, attraverso il suo portale web rende disponibili, sia ai lavoratori che ai datori di lavoro, i certificati e gli attestati di malattia pervenuti.
Il datore di lavoro può visionare esclusivamente l’attestato di malattia del lavoratore, un documento che contiene tutti i dati del certificato esclusa la diagnosi. Il lavoratore, invece, ha la possibilità di visionare sia l’attestato che il certificato medico comprensivo di tutti i dati relativi alla malattia.» (fonte www.inps.it)

Assentarsi dal luogo di lavoro per malattia è dunque un diritto del lavoratore. 

Tutelare il patrimonio aziendale e verificare che i dipendenti dell’azienda non approfittino dei permessi commettendo atti illeciti è un corrispondente diritto del datore di lavoro.
Sono infatti statisticamente in aumento i casi di dipendenti che non rispettano la normativa di riferimento in tale ambito.

Il licenziamento per giusta causa durante la malattia è legittimo quando il dipendente viola elementi fiduciari del rapporto di lavoro. Questa violazione si verifica ogni qualvolta il lavoratore ponga in essere comportamenti espressamente vietati dalla legge o dal CCNL di categoria, oppure quando quest’ultimo non rispetti il disposto degli art. 2105 il Divieto di Concorrenza, art. 1175 Dovere di Correttezza e art. 1375 Esecuzione Di Buona Fede del c.c., anche nei comportamenti extra lavorativi.
Una condotta particolarmente grave, posta in essere dal lavoratore, può dunque minare la fiducia che il datore di lavoro ripone in esso e far ritenere la continuazione del rapporto pregiudizievole agli scopi aziendali.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13676/2016, ha ritenuto legittimo il licenziamento intimato ad un lavoratore, assumendo la sussistenza di grave negazione degli elementi essenziali del rapporto di lavoro, quali correttezza e buona fede e in particolare, dell’elemento fiduciario.

Quali sono i comportamenti che se provati, dimostrano la violazione delle suddette norme durante i permessi per malattia o infortunio?

  • lo svolgimento di attività che possono pregiudicare la pronta guarigione;
  • comportamenti e attività che non sono compatibili con lo stato di malattia/infortunio descritti nel certificato medico;
  • particolarmente grave inoltre è il comportamento del dipendente che assente per malattia, presta attività lavorativa per altra azienda.

Caso pratico:
un dipendente, durante il periodo di malattia, a seguito di un’operazione chirurgica per discopatia e lombalgia era stato sorpreso a sollevare pesanti bombole a gas, incurante del fatto che avrebbe dovuto salvaguardare e osservare specifiche cautele volte al completo recupero delle energie psico-fisiche.
Caso pratico:
un soggetto durante il periodo di malattia dovuto a una lieve polmonite/tracheite, nelle fasce orarie non soggette a controllo, si recava in palestra a svolgere attività sportiva nonché sessioni di allenamento in piscina.

Per procedere al licenziamento per giusta causa di un dipendente che attui i suddetti comportamenti occorre tuttavia raccogliere prove certe e inconfutabili da far valere in sede giudiziaria.
Ecco perché molte aziende ricorrono costantemente ad agenzie investigative per verificare innanzitutto il rispetto delle normative e successivamente, qualora ne venga evidenziata una violazione, per raccogliere le prove necessarie a procedere contro il dipendente.

Secondo diverse sentenze tra le quali citiamo ad esempio quella della Corte di Cassazione n.17113/2016, il datore di lavoro può avvalersi di un Istituto di Investigazioni Private nei suddetti ambiti giuslavoristici.
Per dimostrare l’eventuale comportamento illecito, l’investigatore ha la facoltà di pedinare il soggetto, documentando gli eventi rilevanti con sistemi video-fotografici e redigere una relazione finale che verrà consegnata al datore di lavoro e che potrà essere utilizzata in sede giudiziaria.

L’ Istituto di Investigazioni Private ARGO IS, specializzato in Indagini in ambito Aziendale, grazie a moderne tecnologie e sofisticate metodologie operative è in grado di raccogliere efficaci e inconfutabili prove da far valere in giudizio.


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